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lunedì 20 dicembre 2010

9° giorno


Due spazi si definiscono. Appena entrati la presenza materica accoglie, mentre le ombre sul pavimento tratteggiano un percorso visivo. Sulla destra si configura un' area piena di energia, cosmica ed individuale. A far da catalizzatore di sguardi ora è lo spazio, ora la superficie, ora l'anfratto, ora l'istantanea di uno scatto, ora un processo non finito. Sulla sinistra invece vi è l'immagine rappresentata e manipolata: il lavoro di Giuseppe C. ogni giorno ci riserva nuovi incontri d'artista; l'abitacolo di Angela cresce e si riempe di contaminazioni proprie e altrui, ed ogni oggetto che contiene si re-funzionalizza e si riusa a seconda della privata voluttà della mano che lì tutto ordina. Il codice Morse di Ninni spezza lo statico assemblamento di questi animati oggetti ed immette nello spazio un disturbo sonoro che solo attraverso la codifica si può (ma non è detto che accada) trasformare in informazione.
Inoltre, un nuovo lavoro ha preso vita... è l'installazione video Gianfranco, dove statico e dinamico si confondono e si fondono in una visione che esige una prospettiva che va dal basso verso l'alto. Solo sdraiati infatti è possibile vedere l'azzurro del mare in tempesta e la bianca spuma che sbatte di scoglio in scoglio, altrimenti oceano di pace e tranquillità. L' assunzione di una posizione supina per l'osservazione del video impone allo spettatore una gestualità atipica, uno “sforzo” che diviene al contempo momento di riflessione e relax. La mente si ferma almeno per un'istante e si lascia cullare dalle onde. 
Gli artisti hanno quasi finito il loro lavoro. Oggi è il penultimo giorno del processo. 




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