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mercoledì 15 dicembre 2010

4° giorno


Continua il lavoro di Giuseppe C. in giro per reperire vecchi televisori, lettori dvd e quant'altro possa servire alla sua installazione. Fuori fa freddo e piove.
In una delle vetrate di Resetplace si disegna con lo scotch nero una mira, una griglia che indirizza lo sguardo verso un unico punto di fuga. L'ordine indotto, composto di superfici piane e bidimensionalità, si frantuma in uno cento mille punti al di là del vetro, all'interno.
Lo spazio aperto e vuoto del primo giorno è ormai occupato da corpi e materiali che producono sagome e ombre. Fisicità e trasparenza si confondono fino a riprodurre mondi possibili.
Anche le aree di lavoro individuale sono già tracciate, ognuno si muove dentro piccole case di cellofan incolore e senza odore.
La dispersione dello sguardo, e il successivo straniamento una volta varcata la soglia, viene subito catturato e indirizzato verso un fascio di luce che si posa sulla porta del dolore di Maria Teresa. E poi a destra e poi a sinistra l'occhio trova dei solidi ostacoli a cui appoggiarsi per non cadere nel vuoto. 




(foto di Mariadora Varano)

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