Siamo a metà del nostro
percorso. Lo spazio continua a riempirsi. Non ci siamo solo noi, ma
anche i nostri lavori, le nostre parole, le relazioni e le dinamiche
di individui che imparano a conoscersi giorno per giorno. Credo che
l'affezione a questo spazio stia crescendo. L'isolamento del primo
momento si è trasformato in relazione. Ci piace abitare qui. Ci
piace condividere queste giornate. Chiacchierare e vederci lavorare.
Oggi Giuseppe C. e Luigia hanno portato
quasi a termine la loro installazione: 9 monitor 4 lettori dvd 15
interviste 15 voci 15 racconti. Il discorso è aperto. A ruota libera
di fronte ad une telecamera la narrazione di noi e dell'esperienza che
stiamo vivendo. Davanti all'obiettivo e alla luce puntata di un
faretto siamo un po' noi stessi e un po' personaggio,
spettacolarizzazione tragica di una realtà che ha in sé un po' di
verità nella donazione della nostra immagine ad un altro che la
vedrà e penserà chi sa cosa chi sa come.
Ci siamo: Loriana, Massimo, Aurelia,
Gianfranco, Mauro, Giuseppe C., Luigia ognuno lavora al suo progetto
guardandosi intorno. Chissà dove va la nostra anima quando sta
lavorando?
Paolo G. arriva e installa il suo
video, un'oretta e va via, ma il nero sul bianco si vede da lontano.
È una striscia di luce senza colore che da un punto si propaga
all'infinito su parete e soffitto. Sinuose linee ingentiliscono
questo corridoio di voci.
Maria Teresa appone altri vetri
taglienti nel suo passaggio ad un'altra dimensione. Angela e Ninni
montano la tenda trasparente che darà riserbo al loro spazio: è un
quadrato che si inscrive all'interno di un blocco architettonico
sottolineandone i confini.
Ogni sensazione ha il sapore
dell'esperienza vissuta e irripetibile: la musica, che in sottofondo
continua ad andare; il rumore degli attrezzi di Mauro, che cullano
suoni di difetti insiti nelle increspature del divenire. Tutto
compone un grande coro, alle volte dissociante, altre accordante,
altre ancora straniante.
Ceniamo insieme: Mauro, Gianfranco,
Loriana, Massimo, Sergio, Aurelia, Luigia, Giuseppe C. e poi un
tripudio di suoni: parole e musica: caos. Ci piace.
Si cerca di resettare la fame, con scarsi risultati...siamo tutti compagni, "compagno" rimanda al mangiare insieme, dal latino medievale companio. "Compagno" significa cum-panis,
quindi colui con cui si spezza insieme il pane (calco del greco
σύντροφος, "cresciuto con", "convivente con", "che collabora", dal
verbo συντρέφω).
- non mordere, fermati...dobbiamo condividere!!!!
Loriana vince ancora.
reset chaos
questa situazione sta diventando cacofonica...
reset memory....quel tulipano nero, lo ricordo ancora...ero ad un passo da.. domani potreste non ricordarlo..
viviamo nelle devasrazione del post modern....
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